Roma, 24 mag. (LaPresse) – Una class action popolare contro Patto di Stabilità e Fiscal Compact. E’ un battesimo all’insegna della concretezza quello di Eureca, Europa Etica dei Cittadini e delle Autonomie, associazione che nasce in difesa dei valori fondanti dell’Unione e per difendere la democrazia e la legittimità.
Nella sua prima uscita ufficiale – oggi a Roma con la partecipazione dell’ambasciatore Giulio Terzi, del prof. Giuseppe Guarino, del prof. James K. Galbraith, tutti membri del Comitato Scientifico di Eureca, del giornalista Angelo Polimeno, presidente dell’Associazione e dell’avv. Federico Tedeschini, responsabile legale – Eureca non si è limitata a illustrare le sue finalità, ma ha subito annunciato una prima iniziativa legale. Nel mirino c’è in particolare il Fiscal Compact, trattato internazionale estraneo al diritto europeo e dunque illegittimo che entro quest’anno, sarà sottoposto al vaglio di tutti i parlamenti nazionali dei Paesi dell’Unione al fine di ‘legittimarlo’ inserendolo nei Trattati Ue. L’Associazione contro questa norma si prepara a avviare il suo primo ricorso alla giustizia. Ad annunciarlo è Tedeschini, titolare di uno degli studi amministrativi più importanti d’Italia.
“In pratica – sostiene Tedeschini – il Patto di Stabilità e i successivi aggiornamenti normativi – Two Pack, Six Pack e Fiscal Compact – sono nati in violazione delle regole del Trattato di Maastricht, che consentiva il trasferimento di quote di sovranità all’Europa al fine specifico di consentirle interventi che favorissero lo sviluppo dei singoli paesi membri. Al contrario la Commissione Ue ha usato tali poteri per imporre un aggiustamento dei bilanci dei singoli paesi. Ecco perché EURECA, previa diffida alle competenti autorità, intende avviare una class action pubblica presso il Tribunale Amministrativo del Lazio”.
Moderato da Donatella Visconti, manager e socio fondatore di Eureca, il dibattito su questo temi è proseguito con l’ambasciatore Giulio Terzi, già ministro degli Esteri. “Nonostante pochi principi costituzionali dell’Unione vengano richiamati con tanta insistenza quanto la promozione del diritto – sottolinea Terzi – forse nessun altro viene poi lasciato così frequentemente nell’ombra. Nella pratica corrente il diritto dei cittadini a conoscere cosa sia realmente accaduto e cosa sta accadendo nei processi decisionali europei è scientemente diluito e offuscato dai governi, senza che i media accendino i riflettori”.
Angelo Polimeno, autore del libro ‘Non chiamatelo euro’ (Mondadori) in cui si ricostruisce il percorso che ha portato al varo di “norme europee illegittime”, ha sottolineato come queste, negli anni, hanno causato chiusura di migliaia di imprese, livelli record di disoccupazione, diffusione patologica del lavoro precario, ripetuti tagli allo stato sociale e alla previdenza. In chiusura, dopo il saluto di Giuseppe Guarino, ex ministro, insigne giurista e primo a denunciare le norme illegittime dell’euro – ha preso la parola Annarita Amoroso, l’italiana che ha impugnato con successo una norma tedesca che avrebbe consentito ai cittadini della Repubblica federale, al contrario degli altri europei, di viaggiare gratis sulle loro autostrade.